Brief
La serie dei Brief è edita da: G. Cappellaro, M. Carreri, N. Cavalli, M. Cucciniello, M. Fochesato, V. Galasso, G. Gauthier, M. Giugovaz.

di Giulia Cappellaro, Maria Carreri, Mattia Fochesato
A ottant’anni dalla fine della Seconda guerra mondiale, gli italiani si sentono tutt’altro che al sicuro. Più della metà della popolazione considera l’attuale situazione geopolitica “altamente instabile”, con percentuali ancora più alte tra i giovani e gli studenti. Le principali preoccupazioni riguardano il rischio di un nuovo conflitto globale, alimentato soprattutto dalle ambizioni dei singoli stati e dalla competizione per risorse strategiche come gas, petrolio e semiconduttori. In netto contrasto con il passato, oggi ideologie estreme e tensioni sociali vengono considerate meno rilevanti come cause di guerra. L’orientamento politico influenza fortemente il livello di allarme: i più preoccupati sono gli elettori di Italia Viva e gli indecisi, mentre gli elettori della Lega si mostrano più tranquilli.
Nonostante la sfiducia verso le istituzioni internazionali, gli italiani chiedono con forza una difesa militare europea comune, giudicata necessaria da oltre il 70% degli intervistati. La richiesta nasce anche dalla bassa fiducia nelle capacità del governo nazionale, soprattutto in materia di sicurezza digitale. L’Unione Europea è vista come attore chiave in questo ambito, mentre le Nazioni Unite vengono spesso ritenute inefficaci, persino nei progetti di cooperazione internazionale. La maggior parte degli italiani preferirebbe che questi interventi fossero gestiti direttamente dal governo nazionale. Il rapporto con l’eredità del secondo conflitto mondiale appare dunque ambivalente: se da un lato restano vive le paure legate ai giochi di potere degli stati, dall’altro emergono nuove priorità e un’esigenza crescente di rivedere il ruolo delle istituzioni internazionali nella promozione della pace e della sicurezza.