Brief
La serie dei Brief è edita da: G. Cappellaro, M. Carreri, N. Cavalli, M. Cucciniello, M. Fochesato, V. Galasso, G. Gauthier, M. Giugovaz.
di Vincenzo Galasso e Mattia Fochesato
Secondo Javier Marías, il tifo calcistico è una delle poche passioni non negoziabili, legata all’identità personale. Se il tifo è così importante e identitario, è utile provare a comprendere il nostro paese attraverso una mappa del tifo. Un’indagine SWG mostra che tre italiani su quattro sono tifosi, con prevalenza maschile (82%) ma un alto coinvolgimento femminile (69%), e una forte concentrazione al Sud (85%). Il 45% è un tifoso appassionato, il 25% tiepido e il 30% simpatizzante, con i giovani (18-25 anni) più coinvolti della media. Le squadre più tifate sono Juventus (23%), Inter (16%), Milan (12%) e Napoli (10%). La Juventus ha diffusione nazionale, il Milan prevale al Nord, l’Inter al Nord-Ovest e nelle isole, mentre il Napoli domina al Sud. Le generazioni più anziane tifano Milan e Napoli per i successi passati, ma tra i giovani cresce il tifo per il Napoli grazie ai recenti risultati. Il tifo riflette anche differenze sociali: il Napoli è più popolare tra i ceti a reddito basso.
Sul fronte opposto, le squadre più odiate sono Juventus (37%) e Inter (22%), seguite da Milan (8%), Lazio (4,5%) e Napoli (4%). L’antipatia verso la Lazio è più alta tra i giovani e nel Centro Italia, anche per la sua identificazione politica di destra. La scala di antipatie non varia, infine, nei diversi gruppi economici, con l’unica eccezione il gruppo dei più poveri, dove non si registrano antipatie nei confronti del Napoli.